I libri sono “beni essenzialiâ€. L’appello dell’AIB
L’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) lancia un appello perché le biblioteche rimangano aperte. Lo fa con una lettera della presidente nazionale ai ministri e ai referenti delle istituzioni preposte alla lotta al Covid-19.
“I libri sono beni essenziali, perché sono strumenti primari di apprendimento, di ricerca, di conoscenza, perché stimolano l’immaginazione e la capacità di elaborazione critica ed espressione del pensiero, perché moltiplicano le opportunità di trovare soluzioni ai problemi propri e degli altri, perché sono compagni di viaggio che aiutano a leggere il mondo oltre l’orizzonte dell’esperienza quotidiana individuale, a non sentirsi soli, ad affrontare la solitudine, le paure, le difficoltà che oggi più che mai affliggono le nostre esistenze e che rischiano di schiacciare i destini di coloro che sono fisicamente, socialmente o culturalmente più esposti. I libri sono tanto essenziali che il recente DPCM del 4 novembre per il contrasto alla pandemia da COVID-19 prevede che le librerie restino aperte anche nelle “zone rosse”, esposte al più alto rischio di diffusione del contagio. Lo stesso DPCM ha però disposto – invero con un linguaggio non comprensibile alla generalità dei lettori – la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei, delle mostre “…. e degli altri istituti e luoghi della cultura”, e quindi anche delle biblioteche, come definite dalla lettera b) del secondo comma dell’art. 101 del Codice dei beni culturali, relativo agli “Istituti e luoghi della cultura”. Si tratta di tutte le biblioteche appartenenti allo stato e a organismi pubblici e di quelle private aperte al pubblico”.
Così esordisce la missiva della presidente Rosa Maiello a difese delle biblioteche, “dove non si paga per leggere o per avere in prestito un libro, perché una grande conquista della democrazia è che tutti, ma proprio tutti, hanno diritto di accesso alla conoscenza, anche coloro privi di mezzi. Sapete, Signori Ministri, per quante persone e per quante famiglie comprare anche solo due libri all’anno costituisce un lusso? Sapete che i bonus e gli incentivi all’acquisto di libri, per quanto cospicui ed estesi, possono arrivare a coprire solo una minima parte dei differenti bisogni di lettura? Sapete che le biblioteche sono state inventate proprio per supplire a questi bisogni, oltre che per custodire la memoria registrata? Sapete che in tempi di crisi economica l’uso delle biblioteche e in particolare del prestito bibliotecario ha sempre registrato valori in aumento?”
L’articolato appello della Maiello, rilanciato anche dal Comitato esecutivo regionale della Sezione AIB pugliese, presieduto da Lucia Di Palo, evidenzia tra l’altro come “L’inopinata chiusura dei servizi locali delle biblioteche significa di fatto negare servizi essenziali di base come l’accesso ai libri e alla lettura.
Mentre le librerie, ma anche i parrucchieri, restano aperti indipendentemente dal colore delle aree di rischio – da quelle verdi a quelle rosse -, una misura così drastica come impedire l’accesso ai servizi locali delle biblioteche, e in particolare al prestito e alla consultazione di libri, ancorché su appuntamento e rispettando tutte le misure anti-COVID-19 previste dalle autorità governative e applicate professionalmente dai bibliotecari” risulta difficilmente spiegabile dal momento che “le biblioteche sono risultate essere tra i luoghi pubblici più sicuri e raccomandabili dove recarsi”.
L’AIB in conclusione chiede di consentire l’apertura al pubblico delle sedi delle biblioteche su tutto il territorio nazionale, almeno perché possano effettuare il prestito dei libri e di adottare misure strutturali per sostenere il potenziamento dei servizi bibliotecari e la continuità del lavoro professionale dei bibliotecari, tanto in sede quanto in modalità “lavoro agile”, per la gestione delle biblioteche e dei loro servizi locali e digitali.